Oggi le quotazioni di Crude Oil hanno visto un rimbalzo dai minimi di periodo in area 50.65$ per barile segnati ad inizio giugno, dopo che ieri gli stessi sono stati ritestati.
Stavamo già seguendo la lateralizzazione posta in essere nelle ultime sedute intorno al fulcro 53$, ma sicuramente nella giornata odierna ha influito, sull'andamento del mercato, il presunto attacco a due petroliere nel golfo di Oman.
Una delle due navi è stata evacuata e giace quindi alla deriva e, al momento, nell'area sono in corso operazioni di soccorso da parte di navi militari statunitensi ed inglesi; questa situazione ha fatto paventare negli investitori la possibilità di un blocco dei flussi verso Occidente.
Il rimbalzo odierno, per ora non mette minimamente in crisi la struttura tecnica, che rimane sempre in congestione in attesa di una ulteriore gamba ribassista con target daily area 47.50$.
Questo scenario ha sostenuto anche i corsi degli inidici azionari che sono tornati a salire nonostante le nuove minacce del Presidente Trump a Messico, Cina ed anche all'Europa con l'avvertimento che gli USA sono pronti a bloccare la costruzione del gasdotto North Stream 2 tra Russia e Germania.
Quindi il petrolio si dimostra ancora benchmark, un valido indicatore di direzione del mercato azionario, in questa fase.
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