Siamo finalmente arrivati alla vigilia del voto presidenziale negli Stati Uniti, anche se oltre 90 milioni di aventi diritto hanno già votato tramite posta. Il presidente Trump sembra fortemente distaccato dall'avversario Biden proprio negli "swing States" ovvero quegli Stati che non hanno una predisposizione fissa tra repubblicani e democratici, gli indecisi insomma.
Ma, al di là dei sondaggi che tra un paio di giorni saranno conteggi definitivi, ciò che mi preme qui sottolineare è il comportamento che hanno avuto gli indici azionari nella settimana che ha preceduto il voto.
In sostanza nella scorsa ottava, proprio quei listini sempre in sprint rialzista, sui quali Trump basava i suoi tweet entusiastici, lo hanno abbandonato. Hanno iniziato i fondi d'investimento a liquidare in massa le proprie posizioni, a cui si sono poi accodati i trader retail, mandando in sell-off l'equity europeo e soprattutto l'indice tedesco.
Vi ricordo come le "mani forti", come le chiamo io, anche definite "smart money", da mesi sono fuori dal mercato in attesa di vedere il morto passare sul fiume e sicuramente in Europa qualche morto è passato, ma anche a Wall Street che negli ultimi trimestri si era riempita di "trader in pantofole".
Questi ultimi avevano comprato di tutto sui mercati, con particolare predilezione per quei "titoli spazzatura" tipo Hertz e JCPenney di cui il mercato è stato molto ricco durante questi mesi di lockdown, dato le molte aziende quotate che sono ricorse al Chapter 11.
Europa in lockdown, BCE ferma
La situazione in Europa non è molto diversa considerati i nuovi lockdown, più o meno hard, che affiorano nei Paesi chiave dell'unione e che andranno ad infierire su economie già fortemente provate dalle chiusure subite in primavera; compresa quella tedesca che si presenta alquanto malmessa soprattutto nel ramo manifatturiero e automobilistico.
Giovedì scorso la BCE ha scelto di non agire, annunciando un aumento da 500€ miliardi del PEPP nel meeting di dicembre, oltre ad un'estensione del programma di acquisti, in sostanza aspettando che i nuovi lockdown aggravino la situazione per giustificare un aumento di liquidità a quella Corte Costituzionale tedesca che la minaccia di agire in modo incostituzionale..
Fed pronta a salvare l'azionario
Tornando al voto presidenziale USA, gli analisti paventano uno scenario di caos qualunque sia lo sfidante che uscirà vincente dalle urne e questo farebbe ripiombare gli indici sui minimi toccati la scorsa settimana.
Non c'è dubbio che quello della scorsa settimana potrebbe essere un segnale di trend ribassista di medio-lungo periodo per l'azionario, ma rimane l'incognita dell'azione delle banche centrali.
Sicuramente dopo il voto la Federal Reserve riprenderà in grande stile il proprio programma di acquisti seguita a ruota dalla BCE, che potrebbe intervenire anche prima del meeting di dicembre, se la situazione pandemica dovesse peggiorare.
Per questo motivo è molto probabile che, a breve, non appena le banche centrali torneranno al lavoro, potrebbe cominciare un nuovo rally rialzista sull'azionario che a quel punto negherebbe l'ennesimo segnale ribassista....... fino al redde rationem.
Cosa aspettarci per questa ottava?
Nell'aggiornamento del 29 ottobre avevo dato come target di gamba 2 del settimanale l'area intorno a 11300. In realtà, i prezzi hanno toccato l'area col minimo di venerdì scorso a 11364 che è il minimo di gamba 4, nonchè chiusura ciclo settimanale.
Oggi, è partita gamba 1 del nuovo settimanale che ha fatto un massimo relativo a 11825. L'attuale ciclo weekly dovrà andare in chiusura tra lunedì 9 e mercoledì 11 novembre.
Nel frattempo possono essere chiuse le posizioni short, ma attendiamo l'esito del voto presidenziale e il meeting del FOMC del 5 novembre per valutare l'apertura di posizioni long di medio termine. Nei prossimi aggiornamenti infrasettimanali cercheremo di stabilire target e punti di svolta.
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