Tra G20 e COP 26 i prezzi salgono ancora
A Roma, il meeting del G20 si è concluso con uno statement sulle emissioni nette zero di anidiride carbonica che ha scontentato tutti per la sua vaghezza, che non prevede scadenze certe né per l'eliminazione del carbone come combustibile nè per la fine dei sussidi ai combutibili fossili.
Allo stesso modo i 20 Big non hanno minimamente parlato dell'opzione nucleare, che potrebbe coprire gran parte del fabbisogno energetico, fornendo boost alla "svolta verde", la quale sarà presa in considerazione invece dal neo-governo giapponese del presidente Kishida.
Con in tasca il nulla di fatto del vertice di Roma, si è aperto ieri a Glasgow l'incontro del COP26 con grandi cortei di auto presidenziali e traffico di jet privati dei vari "paperoni" della Terra, Bezos su tutti, che terminerà il 12 novembre e quindi "inquinerà" con dichiarazioni e controsmentite le prossime sedute di borsa.
Nel frattempo i colli di bottiglia sulla supply chain stanno continuando a peggiorare, con il porto di Los Angeles che fra 3 giorni inizierà ad applicare sanzioni di 100$ al giorno per i container delle spedizioni ferroviarie che sarà poi estesa anche al trasporto su gomma; spese che andranno ad incidere ulteriormente sui costi già altissimi del trasporto marittimo.
Il governo USA è intervenuto sul problema dell'esplosione dei costi dell'energia invitando l'OPEC+ ad aumentare la produzione di barili per far scendere i prezzi nazionali dell'energia, tenendo davanti a sè alcune opzioni nel caso l'organizzazione dei produttori di petrolio si rifiuti. Forse sarebbe meglio per Biden ammettere che gli Stati Uniti hanno fatto il passo più lungo della gamba nella transizione green abbandonando la produzione petrolifera interna.
Spostandoci in Cina, l'ultimo dato PMI ha visto un calo nel settore manifatturiero a 49.2 mentre i servizi sono scesi anch'essi a 52.4 e corrisponde all'interruzione delle forniture di energia elettrica che è stata risolta con l'ottenimento di maggiori forniture di carbone, quindi le fabbriche potranno tornare a lavorare a pieno regime andando a peggiorare gli ingorghi lungo la supply chain.
Amazon entra nel settore criptovalute
Amazon è scesa in campo annunciando la ricerca di una risorsa esperta, con esperienza nel campo delle criptovalute, valute digitali delle banche centrali e blockchain, dopo che a luglio scorso aveva esposto il suo interesse ad accettare pagamenti in cryptocoin. L'annuncio di lavoro ha come obiettivo il lancio di un nuovo prodotto di pagamento digitale denominato "Digital and Emerging Payments" che inizialmente era pianificato in Messico.
Non è ancora chiaro se Amazon stia lavorando al lancio della propria criptomoneta adatta a ricevere pagamenti per i prodotti acquistati sullo store oppure stia lavorando ad una piattaforma atta a gestire i pagamenti in criptovalute esistenti.
Ma anche grandi banche e finanziarie si stanno muovendo in tal senso, visto il ruolo d'importanza raggiunto dalle valute digitali e la loro diffusione, per evitare fughe di clienti verso altri soggetti finanziari che permettono l'utilizzo di prodotti legati alla blockchain, quindi hanno bisogno di accumulare valuta da mettere a disposizione della propria clientela.
Questo scenario ha portato, nei giorni scorsi, #Bitcoin a mettere la testa nuovamente sopra i 62.000$ ed #Ethereum a toccare un nuovo massimo storico appena sotto i 4500$; ma con esse anche la memecoin #ShibaInu, #SushiSwap e le criptovalute legate alla vendita di storage digitale hanno accelerato a rialzo.
Goldman Sachs suggerisce che Ethereum sia all'inizio di un nuovo prodigioso rally che porterà i prezzi fino a 8000$ entro i prossimi due mesi se continuerà a persistere la correlazione storica con l'inflazione. Ergo, se avremo un altro grande shock inflazionistico, o addirittura si paleserà una stagflazione, i prezzi della valuta ne beneficeranno.
Cosa dirà la Fed?
La scorsa settimana e' stata quella del picco delle trimestrali, con i conti delle società FAAMG che hanno un pò lasciato a desiderare in quanto a utili, invece questa sarà la settimana della Fed e delle altre banche centrali che probabilmente attueranno un inasprimento della propria politica monetaria.
Inizierà domani la RBA, mentre giovedì chiuderà la BoE le quali dovranno porre un qualche tipo di freno all'impennata dell'inflazione, mentre mercoledì la Fed annuncerà l'inizio del tapering. Deutsche Bank si attende che il FOMC annuncerà un taglio mensile di 10$ miliardi sugli acquisti di Treasury e 5$ miliardi sugli acquisti di MBS con la prima sforbiciata a metà novembre, il che porterebbe l'ultimo round di acquisti a giugno 2022.
Una cosa è certa, Powell dovrà essere bravo con le parole della conferenza stampa che seguirà l'annuncio, in quanto un attacco dei mercati, come quello riservato la settimana scorsa al bond a 2 anni australiano, metterebbe il sistema finanziario globale in serie diffiicoltà.
Le probabilità sono al 80% per l'annuncio di un taper graduale con Powell che cercherà di placare i timori di un aumento dei tassi, con una iniziale reazione negativa degli indici che poi tornaranno a salire grazie alla ripresa economica e all'inflazione.
Altri dati sensibili che verranno rilasciati durante l'ottava sono i PMI globali che daranno una fotografia di come la ripresa economica abbia progredito nel Q4, oltre al dato Non-Farm-Payrolls di venerdì e al tasso di disoccupazione USA.
Cosa aspettarci per questa ottava?
Come da attese, abbiamo visto gli indici di Wall Street aggiornare i record storici day-by-day nelle ultime sedute, mentre il future DAX, più timidamente, ha visto partire gamba 4 del ciclo settimanale, dopo che gamba 3 aveva ritestato i massimi del 17 settembre scorso.
I prezzi sono andati a chiudere il ciclo settimanale giovedì 28 ottobre ricoprendo il gap in area 15620, come da tabella di marcia, per poi vedere un ulteriore affondo nella seduta di venerdì che ha ritestato il target volumetrico in area 15500.
Da qui è partito l'ennesimo short squeeze dei retail che ha formato gamba 1 (ancora in corso) del nuovo ciclo weekly che oggi ha toccato un top su 15838 lasciando un gap-up aperto in area 15700.
Possiamo presumere in modo probabilistico, mancando ancora il relativo segnale, che proprio dall'area di quest'ultimo massimo relativo potrebbe partire gamba 2 che vede come primo target 15719 e quindi la chiusura del gap e di seguito 15600; ulteriore target utopico sarebbe il minimo relativo di venerdì 29 ottobre.
Il ciclo settimanale si chiuderà entro la seduta di mercoledì 10 novembre.
Nessun commento:
Posta un commento