La Fed è spalle al muro
A fine marzo si è invertita la curva dei rendimenti dei titoli del Tesoro americano 10 - 2 anni così come quella 30 - 5 anni, quest'ultima è la prima inversione che subisce dal lontano 2006. Inoltre, oggi, per la prima volta, il trentennale ha superato il 3% di rendimento, mentre il decennale è li vicino, sempre oggi, ha toccato un nuovo massimo relativo sopra a 2.92%.
Mentre gli opinionisti continuano a dire che "una recessione non è all'orizzonte", che "questa volta è diverso", un pò come hanno fatto con l'inflazione in esplosione, quando l'hanno definita per mesi TRANSITORIA finchè questo concetto non è stato più sostenibile. La realtà è che oggi l'inflazione è ai massimi da 40 anni e la Fed non può farci nulla, è spalle al muro.
Se non aumenta i tassi l'economia crolla sotto il peso dell'inflazione, se aumenta i tassi l'economia crolla perchè dipende dalla leva dei tassi bassi. Quindi, crollo per crollo, a Powell conviene percorrere, ed in fretta, il percorso che ha già progettato: aumenti continui dei tassi e riduzione del bilancio della Fed. Infatti il programma attuale prevede rialzi per altri 225bp quest'anno, fino a che l'inflazione ritorna sotto controllo oppure la borsa crolla.
Banca Mondiale: Crescita in rallentamento
E' molto probabile che, alla prossima riunione della Fed, il FOMC proceda ad un aumento di mezzo punto percentuale, anzichè di un quarto di punto. Al contempo dando vita al Quantitative Tightening che brucerà 95$ miliardi al mese, a partire da maggio. Stavolta la Fed va di corsa, non ha tempo di fare una strategia di piccoli passi costanti, come le volte scorse, semplicemente perchè si è mossa troppo in ritardo, era impegnata ad auto-convincersi e convincerci che l'inflazione era transitoria.
La Banca Mondiale ha tagliato le sue previsioni di crescita dell'economia globale indicando come causa l'operazione militare russa nel Dombass, mentre i prezzi delle materie prime continuano a correre per i famigerati colli di bottiglia sulla supply chain e i lockdown cinesi; mantenendo la pressione sulle banche centrali.
Il presidente della filiale della Fed di Saint Louis ha detto che la Fed ha bisogno di muoversi rapidamente per aumentare i tassi d'interesse vicino al 3.5% quest'anno, attraverso più aumenti di mezzo punto percentuale, mentre non dovrebbero escludersi aumenti anche di 75 punti base.
In Cina va diversamente, infatti mercoledì con la pubblicazione del dato sui tassi di prestito, gli analisti attendono un ulteriore allentamento come seguito di quello annunciato la settimana scorsa riguardo la riserva obbligatoria delle banche. Gli investitori attendono che la People's Bank of China comunichi altre misure a sostegno dell'economia prima di rientare in posizione.
E' tempo di titoli value
Intanto la narrativa e le trimestrali stanno sorreggendo le quotazioni a Wall Street, evitando che i prezzi vadano ad intaccare i supporti sopra i quali stanno congestionando i prezzi nelle ultime settimane. Ma questo scenario è costretto a cadere se veramente la Fed procederà nel suo percorso di rialzi dei tassi e soprattutto nella riduzione di bilancio, cosa non ancora avvenuta, anzi nelle ultime settimane il bilancio della banca centrale ha toccato un nuovo record.
In questo caso, le sopravvalutazioni di mercato perderanno il supporto fondamentale, quello dei tassi bassi, e quindi quello della liquidità gratis (o quasi). L'ovvia conseguenza sarà una riduzione dei guadagni e così l'idillio tra Wall Street e i mercati si romperà, riportando i valori alla realtà.
L'ultima spallata arriverà dal costante aumento dei costi di produzione, i quali sono arrivati ad un livello tale che ne rende più difficile il trasferimento sui consumatori con la conseguenza che dovranno essere assorbiti dalle aziende, il che, ancora una volta va ad erodere i guadagni.
Cosa aspettarci per questa ottava?
La previsione grafica di settimana scorsa è stata profetica, infatti, dopo che nei giorni precedenti l'andamento ciclico è stato sporcato, gamba 4 weekly non è riuscita a rompere a ribasso la congestione, mandando il ciclo in chiusura, giovedì 14, con i prezzi in compressione tra 13980 e 14220.
Nel pomeriggio di oggi è partito il nuovo ciclo settimanale ma gamba 1 per prendere direzionalità deve, come primo step, rompere il livello 14239 per poter poi raggiunere il target Fibo successivo 14461. Quindi monitoriamo questa condizionalità, che se non dovesse verificarsi porterebbe i prezzi a muoversi ancora in modo erratico, intrappolati all'interno della congestione.
Il ciclo settimanale partito oggi andrà in chiusura entro la seduta del 29 aprile in concomitanza con la chiusura del ciclo trimestrale, quindi siamo molto cauti con le posizioni LONG.
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